Un percorso per musica e immagini sospeso tra narrazione e sperimentazione, tecnologia e tribalismo. Ballata dell'ipocondria (o del vibrione innamorato) concentra innanzitutto il lavoro simbolico sulla cromia, si materializzano sotto forma di maschere fotografiche o “cellule video” osservate su un piccolo monitor in questo surreale laboratorio dalla scenografia abbagliante e vagamente kubrickiana dove, con tute bianco-asettiche, tra ampolle, microscopi e altre improbabili attrezzature mediche, si tenta di isolare il virus dell’amore, che ha infettato irrimediabilmente il musicista (tanto da assumere egli stesso sembianze di vibrione) e potrebbe espandersi contagiando l’intera umanità.